Il valore della poesia nel concorso dedicato a Italo Falcomatà

I numeri sono ormai quelli di un concorso di valenza nazionale. Non poteva essere altrimenti, per il concorso nazionale di poesia italiana e dialettale “Italo Falcomatà”, dell'associazione del Dopolavoro Ferroviario di Reggio Calabria, giunto alla sua X edizione. Oltre sessanta i partecipanti quest’anno, da ogni parte d'Italia. Ne parla con un pizzico di orgoglio e una punta di soddisfazione Antonino Malara, presidente del Dlf, che insieme alla Fondazione "Italo Falcomatà” organizza il concorso affidato alla gestione dell'associazione “L'Amaca” che con Annarita Fadda, Rita Nucera, per la recita di alcune tre le poesie vincitrici, ed i brani musicali cantati da Paola Esposito, hanno reso più suggestiva la serata.
In rappresentanza della Fondazione, la figlia di Italo Falcomatà, Valeri, ringraziando il Dlf «che con caparbietà - ha detto – porta avanti l'iniziativa» ha criticato il fatto che oggi si parli poco di poesia. Citando Giuseppe Ungaretti che scriveva che il poeta dev’essere un minatore, che scava la rocca e come un eroe del mito penetra nel profondo dell'abisso della propria anima per arrivare nel proprio porto sepolto dove si cela la parola che dà vita al mondo. «Ecco il ruolo del poeta, quello di trovare la parola per spiegare ai nostri ragazzi, per esempio - ha affermato Valeria Falcomatà - la differenza che esiste tra amare una donna e possederla, affinché non si possa mai più assistere a episodi come quelli che hanno avuto protagonista la giovanissima Giulia Cecchettin. Oppure - ha continuato - una parola che spieghi loro che nessun dio vorrebbe lo sterminio di due popoli, e che è invece necessario essere solidali e guardare con spirito fratellanza a chi è meno fortunato di noi».
Temi che si sono riproposti nelle poesie presentate soprattutto dai più giovani, come la giovanissima Irene Latella che con la sua poesia ha voluto celebrare le bellezze della città di Reggio, che lei immagina accompagnate da un piacevole sottofondo musicale.
I cinque classificati di ogni sezione sono stati, per la sezione poesia in lingua italiana: al 5° posto, Maria Branca, di Reggio Calabria con "La mia terra”; al 4° Irene Latella (Istituto "Cassiodoro-Don Bosco") con “2 Giugno 1946", silloge — ha rivelato la giovane autrice - scaturita dalla visione del film “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi; al 3° “l'ultimo giorno di scuola” di Paolo Pinna Parpaglia, di Cagliari; al 2° “La leggenda della bella calabrese Donna Canfora”, di Nicolina Restuccia, di Paola (Cs); primo classificato Sebastiano Impalà con “Reghion”.
Per la sezione “poesie in vernacolo”, al 4 posto, “Pi’ mari pi’ terra" di Francesco Verduci; della scuola "Cassiodoro-Don Bosco” di Pellaro; al 3° posto ancora Irene Latella, studentessa della stessa scuola, classificatasi anche nella poesia in lingua italiana con “A musica i matri natura”; al 2 posto due ex equo: Ryan Pitasi, della Scuola Cassiodoro Don Bosco con
“L'Amicizia” e il poeta Natale Cutrupi, con “Fruormea senectute”; al 1° posto si è classificato il reggino Angelo Panetta, con “Ciaurrina”. 
Il Presidente Malara: tre scuole si sono distinte

«La giuria, presieduta da Antonio Calabrò, che è anche direttore artistico della nostra rassegna teatrale e culturale -
ha affermato Malara - ha dovuto lavorare duramente. Non è tato facile valutare e scegliere vincitori. Quest'anno, poi, abbiamo avuto la partecipazione di molti giovani, studenti delle scuole della città. Tra queste si sono distinte i ragazzi dell'Istituto comprensivo “Radice-Alighieri" di Catona, l'Istituto "Diego Vitrioli” e la Cassiodoro-Don Bosco" di Pellaro, scuole a cui abbiamo deciso di consegnare tre targhe per ringraziarle della loro fattiva partecipazione. Italo - ha ancora detto il presidente Malara - è stata una figura importante per questa città. Il nostro concorso non vuole celebrare Italo uomo politico, ma Italo uomo di cultura».
Giorgio Neri